L’oculista si occupa della diagnosi e della terapia di malattie dell’occhio comuni e rare, sia del bambino sia dell’adulto: difetti della vista (miopia, ipermetropia, astigmatismo, presbiopia), strabismo, sindrome dell’occhio secco, infiammazioni della parte anteriore dell’occhio (congiuntivite, cheratite, iridociclite) e di quella posteriore (neurite, uveite posteriore), cataratta, glaucoma,patologie degenerative della retina (degenerazione maculare legata all’età, degenerazione corio retinica miopica, retinopatia diabetica ecc.) e manifestazioni oculari associate a malattie sistemiche. L’oculista effettua, inoltre, esami dell’occhio completi di tonometria e fondo oculare e prescrive le lenti per la correzione dei deficit visivi.
ESAMI EFFETTUATI
LO STUDIO DEL CAMPO VISIVO
Lo studio del campo visivo è un esame importante sia in ambito oculistico, per esempio per la diagnosi del glaucoma e per monitorarne la progressione, sia in ambito neurologico, per rilevare eventuali danni alle vie ottiche (tra cui il nervo ottico) e alla corteccia visiva causati da patologie neurologiche o ischemiche. Questo test consente di quantificare quanta sensibilità ha eventualmente perso la retina del paziente, evidenziando gli eventuali difetti di area campimetrica che possono dipendere da lesioni della corteccia cerebrale o da danni o compressioni delle vie ottiche.
COME SI ESEGUE
Questo test si esegue al buio, come molti altri esami oculistici, e si valuta analizzando prima un occhio e poi l’altro, tenendoli chiuso in modo alternato. Il paziente appoggia il mento e la fronte su un supporto e guarda fisso, dritto davanti a sé verso un preciso punto di fissazione – che non va mai perso di vista – posizionato in una “cupola”, al cui interno via via compaiono, in posizione variabile, degli stimoli luminosi di diversa intensità: appena li vede, il paziente deve schiacciare un pulsante. La ridotta o assente risposta a uno o più stimoli luminosi indica che c’è un problema. In questo modo è possibile valutare il livello minimo di luminosità percepito, definita in termini tecnici “sensibilità soglia”. Al termine dell’esame il computer elabora immediatamente i dati tracciando una mappa in scala di grigi dove le tonalità più scure corrispondono alle aree di minore o nessuna sensibilità alla luce.
QUANTO DURA
Per analizzare entrambi gli occhi sono necessari, con apparecchi di ultima generazione, al massimo 25 minuti.